Non si può morire di freddo

Nella mattinata di sabato 17 Dicembre si è tenuto nel centro di Bolzano un corteo per ricordare l’assurda morte di Moustafa Abdelaziz che nella notte tra l’8 e il 9 Dicembre è venuto a mancare a causa del freddo, sotto un cavalcavia ferroviario dove aveva trovato un rifugio di emergenza per passare la notte. Il corteo ha visto la partecipazione di circa trecento persone e una composizione piuttosto mista: erano presenti persone di ogni età e genere, con una buona presenza di uomini e donne dal background migratorio, principalmente egiziane, il paese dal quale Moustafa proveniva.

Podcast: Non si può morire di freddo

Nota costante del corteo sin dalla partenza in Piazza Università e ribadita negli incessanti e variegati interventi che si sono susseguiti al megafono è stata il fatto di esprimere la rabbia, l’indignazione, e la tristezza per quanto accaduto. Che nei giorni in cui la piazza principale della città si trasforma in una delle vetrine dello sfarzo e del consumo sfrenato, voltato l’angolo, ci siano persone, ragazzɘ, famiglie intere che muoiono di freddo è disumano da un lato, e intollerabile dall’altro. Come se la morte, quando allontanata dalla vista, al di là del teatrino dei mercatini con la loro fantasia del consumo e il sogno dell’abbondanza, sotto un ponte ferroviario, negli argini dei fiumi o sotto i ponti dell’autostrada, sia meno morte. Intollerabile e dilaniante che questo accada nell’indifferenza delle stesse istituzioni pubbliche, per cui di tuttɘ, che, nonostante i continui richiami delle associazioni, la loro lotta quotidiana con un sistema d’accoglienza fatto di numeri anziché di persone, attribuiscono valore solo ad alcuni, ovvero a se stessi.
Una questione di classe, i ricchi e benestanti. E di razza, quella bianca.

Intollerabili gli sgomberi dei giacigli di fortuna, degli accampamenti abusivi, senza offrire un’alternativa, a voler toglier quel nulla che per i più poveri può esser di vitale importanza, il filo su cui è appesa la propria esistenza. Intollerabile che venga negata l’accoglienza con i posti letto in luoghi al caldo vuoti. Assurdo morire per strada, di freddo, con gli appartamenti sfitti e i palazzi vuoti, e come una società incivile possa essere indifferente a tutto questo.

Il corteo è stato un’occasione per ricordare e ribadire i problemi di una città come Bolzano, la città più ricca d’Italia, e proprio per questo la più disumana. Perché è bene ricordare che nel sistema economico in cui viviamo la ricchezza non piove dal cielo, ma è sempre frutto di razzìa, e che la crisi in cui viviamo, l’emergenza, non è mai l’eccezione, ma la regola.

Questi e altri i temi degli interventi che si sono susseguiti nel corteo “Non si può morire di freddo” del 17 Dicembre 2022 e che potete ascoltare e riascoltare in questo podcast.


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